La dipendenza affettiva
- cafarellif
- 31 ago 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 30 gen 2024

La dipendenza affettiva è una dipendenza come tante altre e fra tante, per esempio una di azzatura, dai soldi nel senso di possesso, uso eccessivo dei dispositivi tecnologici. Questo fondamentalmente accade nelle nostre esistenze ma proprio in quelle di tutti. Nelle personalità di spicco come nei bambini. Vuol dire questa dipendenza che non governiamo noi stessi. Anche dipendere da una donna o da un amico o avere paura di stare ore da soli e senza far niente vuol dire che siamo prigionieri di un emozione, di un abitudine.
Da cosa lo possiamo capire? Innanzitutto avvertiamo un certo malessere interiore. L' equilibrio ideale, naturale invece dovrebbe essere tale per cui da soli o in compagnia stiamo bene in pace con noi stessi. Successivamente si crea una condizione di disagio cronico, latente. Infine si apre una situazione o di stress o di frustrazione. La prima causa di dipendenza affettiva, di tutte le dipendenze è l'originario, antico bisogno di essere apprezzati, amati, accettati. La consapevolezza piena di questo comporterebbe già un passettino verso la guarigione. Non siamo liberi dunque.
Cerchiamo di sottometterci al fine eterno di raggiungere la benevolenza di qualcuno.
Ma si rivela una strategia utile?!
Le persone che si danno molto in genere
Vengono contraccambiate?
Se ci poniamo nella prospettiva delle persone che vivono una dipendenza in una delle loro relazioni affettive subito emerge che quasi non si aspettano dell'esito probabilmente negativo della stessa.
Buddha sosteneva che siamo dipendenti tutti; ma mentre la vincita sui nemici esterni è facile e ci possiamo riuscire quella dai nemici interni è molto più difficile. Le nostre spinte alla tristezza, alla paura, allo scoraggiamento o a somatizzare la tensione non sono affatto da sottovalutare. A livello psicologico accade che ci identifichiamo in certi schemi o abitudini e non ci rendiamo conto che finiamo per prendere per vere delle credenze che invece sono illegittime e non ci sorreggono affatto nelle giuste scelte per noi stessi.
Anche le dipendenze esterne poi col tempo diventano interne, nel senso che un abitudine che vado a costruire io diventa uno stile vero e proprio di gestire il quotidiano. Ricordo che rabbia paura e tristezza sono sorelle, nel senso che poi in questa escalation di dipendenza affettiva ci spinge a scivolare in stati di coscienza sempre più fragili e per certi versi infantili. Prima o poi si manifesterà tale andamento.
L'ideale sarebbe vivere nel qui ed ora iniziando lo studio e l'applicazione di una serie di esercizi/ tecniche di consapevolezza e gestione dello stress oppure di tecniche mirate al raggiungimento e potenziamento di energie positive.
La dipendenza affettiva insomma ci fa soffrire. La paura la rabbia la tristezza ci rendono prigionieri, anche se arrabbiati con noi stessi. Presso lo studio di psicologia psicoterapia a Roma ci avvaliamo della tecnica della disidentificazione dal problema, prendendo le mosse teoriche dal metodo Assagioli e non solo. Ognuno è una storia a sé. Nel disturbo ossessivo compulsivo, DOC, ho notato nella mia pratica clinica che si ottengono "miracoli". Innanzitutto col paziente avviene una presa di coscienza.
Poi bisogna capire meglio quello che assilla veramente la persona, il vero problema. In genere alcune persone sono convinte che stanno bene se l'innamoramento corrisponde loro, oppure tendono ad attribuire le colpe solo all'esterno . Invece se chiariti i veri motivi del disagio si possono incominciare subito dei piccoli cambiamenti progressi che si stabilizzato nel tempo. La fase successiva di consulenza nel percorso serve a stabilizzare il risultato.











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