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L'ipnosi regressiva

  • cafarellif
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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Grazie all’induzione ipnotica il nostro stato di coscienza si modifica permettendoci

di aumentare attenzione e concentrazione. Diviene così estremamente più

semplice ricordare eventi del passato.

L’ipnosi regressiva permette quindi di andare a ricordare con facilità eventi

significativi che è importante ricordare per vivere meglio il momento attuale.

Con regressione si intende semplicemente l’andare indietro, al passato. Se

ricordassi cosa ho mangiato a colazione semplicemente starei facendo una

regressione. La differenza sta nel fatto che in uno stato di ipnosi è possibile

ricordare anche eventi molto remoti completamente dimentica

L’ipnosi regressiva è quindi una particolare forma di ipnosi in cui grazie

all’induzione ipnotica è possibile rievocare più facilmente gli eventi passati. In realtà

non si tratta solo di ricordare.


Come oggi le neuroscienze stanno sempre più chiarendo, il processo mnestico a

livello neuronale corrisponde più ad un rivivere ciò che abbiamo sperimentato

piuttosto che ad un semplice ricordare con distacco ciò che è stato.  Ogni volta che

ricordiamo andiamo in parte a rivivere il passato pur con la consapevolezza che

esso è ormai andato.

Durante l’induzione ipnotica ciò che si verifica è uno stato di concentrazione

focalizzata in cui tutta la nostra attenzione è rivolta all’esperienza. 

Proprio questo processo ha delle implicazioni cliniche notevoli, permettendo in uno

spazio protetto come quello della psicoterapia di andare ad affrontare eventi del

passato che ancora oggi possono influenzarci, in molti casi andando all’origine di

sintomi o vissuti altrimenti difficilmente comprensibili.

Stati d’ansia ricorrenti, fobie, disturbi alimentari, disturbi post traumatici da stress,

sono solo alcuni fra i tanti sintomi che possono essere meglio compresi e affrontati

grazie all’ipnosi regressiva.

Non sempre ovviamente i ricordi sono

accurati

Secondo altri, come il dr. Brian Weiss  sarebbe addirittura possibile ricordare eventi

ancora precedenti, aprendo la prospettiva ad una dimensione spirituale o alle vite

precedenti. Per altri ancora invece tale possibilità sarebbe solo frutto di

suggestione. Anche il grande psicologo Pierre Janet  usava questa pratica con

alcuni suoi pazienti o oggi alla più recente Schema Therapy. Secondo me

moltissimo Jung ha contribuito all’usi di certe pratiche in psicoterapia a partire dalla

sua teoria di inconscio collettivo.

Durante l’ipnosi regressiva non sempre però i ricordi sono verosimili. Spesso

durante questo stato di rilassamento profondo possono emergere metafore,

racconti, storie (alle volte anche non associate alla vita attuale), come anche falsi

ricordi della vita attuale che tuttavia hanno sempre un altissimo contenuto clinico.

In particolare all’interno di un paradigma transpersonale tali esperienze possono

avere un notevole effetto terapeutico.

Le principali controindicazioni sono riferite alla condizione clinica del paziente.

L’ipnosi regressiva va utilizzata con estrema attenzione nel caso di pazienti

psichiatrici con disturbo borderline di personalità o schizofrenici o in generale nei

casi in cui la fragilità dell’Io rischierebbe semplicemente di destabilizzare il

paziente. Anche nei casi di depressione maggiore è preferibile utilizzare questo tipo

di pratica solo dopo aver superato la fase più acuta. Altre controindicazioni

riguardano per lo più la tecnica induttiva e nello specifico quella ultrarapida.

 
 
 

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