Disagio psicosessuale e trattamenti naturali
- cafarellif
- 13 feb 2024
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 20 feb 2024

Possiamo dire che le disfunzioni sessuali sono caratterezzite in genere da una sorta di “ anomalia”che si manifesta in un momento o in più delle varie fasi del ciclo sessuale.
Quando si parla di disfunzioni sessuali possono essere sia maschili che femminili.
Le principali disfunzioni sessuali sono sono la disfunzione erettile,i disordini del desiderio, l’eiaculazione precoce e il vaginismo…
La sessualità nell’arco di vita riguarda lo sviluppo psico-sessuo-affettivo infantile, comportamenti a rischio e sviluppo in adolescenza, sessualità durante la gravidanza/menopausa ecc...
La sessualità riguarda anche malattie croniche, sessualità e disabilità, sessualità e malattie degenerative, identità sessuali e dipendenze sessuali.
Nell’arco dei mie studi ed esperienza ho sviluppato una preparazione nella specifica area di intervento psicosessuale.
Problematiche LGBT
Per quanto siano cambiate le condizioni culturali, sociali e i diritti riconosciuti dopo molte battaglie alle persone LBGT riconoscersi in questa identità comporta maggiore difficoltà iniziale e fragilità, soprattutto nell’adolescenza stante l’omofobia ancora presente nel contesto storico attuale.
Il rischio a non sentirsi idonei o accettati è dunque maggiore in età evolutiva come in terza età rassegnandosi spesso alla solitidine.
Vediamo, cosa si intende per omosessualità?
Stiamo affrontando un tema delicato ma, bisogna dire che, spesso capita nella pratica clinica di ascoltare richieste d'aiuto, che poi risultano essere solo conoscitive di una tematica.
Su tale definizione è stato detto tanto sia a livello storico che biologico, vediamo in questa breve disamina una generica panoramica tratta da alcuni importanti autori, ( vedi bibliografia).
L'Autore dal quale prendo spunto e che consiglio per una prima orientativa lettura è Buzzi.
Partiamo da un quesito:
cosa succede quando la certezza della propria omosessualità arriva alla coscienza?
Se la nostra percezione d'identità si discosta dalla maggioranza delle persone si sta meglio o si entra in una crisi che rivede anche la propria idea di personalità?
Anche se la stampa, la politica, la televisione, la scuola propongono iniziative, muovono l'opinione pubblica, tentano di sollecitare al rispetto dell'omosessualità; la percentuale di chi può vivere la propria omosessualità serenamente, egli sottolinea , è ancora bassa.
La modalità di agire la sessualità scegliendo dei partner dello stesso sesso, non è una condizione patologica, ma solo una variante dell'orientamento sessuale.
Può' verificarsi anche in maniera transitoria relativamente a determinati periodi della vita tipo adolescenza, o contesti estremi come il carcere o in ordine all'uso di sostanze stupefacenti, etc..
Ma cosa succede quando la certezza della propria omosessualità arriva alla coscienza?
Forse si potrebbe attraversare una certa confusione, vedi pure l'assenza di modelli o ancora più frequente la esistenza di modelli inadeguati
La cultura etero è spesso violenta anche nel linguaggio, sono stati scritti fiumi di letteratura a tal proposito.
Tornando alla persona, ognuno di noi è differente da un altro, pertanto non si possono proporre o tanto meno teorizzare verità assolute generalizzabili allo scibile umano.
Premesso ciò, che è molto importante, diciamo che verso i 14-15 anni può avvenire in genere tale scoperta.
E per alcuni genitori forse mai, ma non mi dilungo su questo aspetto.
Ma come faccio a capire se sono omosessuale, è la domanda che capita sovente in terapia.
Nessuno oggi sa ancora dire se si nasce omosessuali o ci si diventa, ma ciò che si può dire che nel momento della formazione dell'identità sessuale si evidenzia la natura profonda del personale gusto sessuale.
Fare coming out in realtà è un processo, che dipende da avvenimenti, esperienze, pensieri, scoperte e rivelazioni su se stessi che si susseguono e permettono ad una persona che non sa chi è di riconoscersi in quanto omosessuale, di accettarsi in quanto tale, di piacersi di più e quindi di riuscire ad essere più felice e più tranquilli
Occorre spesso un percorso per arrivare a capire se veramente si è omosessuali, a volte è lento, a volte è veloce, a volte doloroso, a volte più facile, a volte totale, a volte parziale, quindi diverso da persona a persona.
Se si ha attorno una rete parentale o amicale solidale certo potrebbe avvenire probabilmente con più facilità
Molto dipende dall'ambiente famigliare e sociale dove si vive, influenzano molto anche le regole sociali della città o paese di appartenenza ma, secondo la scrivente, anche la sensibilità e la cultura di chi pone il quesito.
È ovvio che nelle grandi città c'è più possibilità di uscire e trovare appoggi, risposte.
Prevalgono in genere delle difficoltà.
Difficoltà a riconoscere i sentimenti verso le persone dello stesso sesso, paure, ansie e domande.
Nella vita di tutti i giorni, non esiste più quel senso di inadeguatezza e quella paura di andare avanti o di essere fermato.
Certo, si è consapevoli che purtroppo esiste l'omofobia, ma ci si sente forti per affrontarla a testa alta.
Per coloro che si identificano omosessuali vi sono delle tappe evolutive, secondo alcuni autori, quella della autoesclusione e poi dell'orgoglio e poi della integrazione.
Solo al termine viene percepita una grande sicurezza e consapevolezza della propria identità e ci si sente integrati nel contesto sociale.
A questo punto se anche la famiglia ha accettato l'omosessualità il ragazzo cresce consapevole.
Anche chi accetta le proprie radici, non si sente rinnegato o figlio di nessuno e può vivere felice una normale vita di coppia.
Il transessualismo
Un po' di terminologia
Il transessualismo (o transessualità) è una condizione di persona il cui sesso non è anatomicamente certo o che, pur essendo di sesso anatomicamente certo, si considera appartenente all’altro sesso, del quale aspira ad assumere le caratteristiche anatomiche e comportamentali.
Il soggetto transessuale è quindi chi, nato e registrato anagraficamente secondo un sesso, ha poi assunto in vario modo e per mezzo di interventi chirurgici e trattamenti ormonali le caratteristiche fisiche dell’altro sesso, cui soggettivamente ritiene di appartenere.
Vediamo ora quali sono le quattro fasi della curva, plateau del desiderio e della prestazione sessuale e dei relativi disturbi principali.
La risposta sessuale può essere suddivisa appunto in quattro fasi: desiderio, eccitazione e plateau, orgasmo e risoluzione.
La fase del desiderio è caratterizzata dalla presenza di fantasie sessuali e dal desiderio di intraprendere attività sessuali;
L’eccitazione, preceduta da una stimolazione che può essere sia esterna, quindi tattile o visiva per esempio, che interna, dovuta alle fantasie, porta alla nascita di sensazioni erotiche che provocano nell’uomo l’erezione del pene e nella donna l’aumento della lubrificazione vaginale e l’erezione del clitoride
La fase di plateau definisce uno stato di eccitamento che si intensifica fino a raggiungere l’apice nell’orgasmo
La fase di risoluzione è caratterizzata dal ritorno del corpo allo stato iniziale di non eccitazione. In questa fase esistono delle grosse differenze tra uomo e donna, infatti, la fase di risoluzione dell’uomo è caratterizzata da un “periodo refrattario”, in cui è totalmente insensibile a qualsiasi tipo di stimolazione. La donna, invece, non ha nessun periodo refrattario e se adeguatamente stimolata può raggiungere subito un altro orgasmo.
Disturbi del Desiderio Sessuale
Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo
Disturbo da Avversione Sessuale
Disturbi dell’eccitazione sessuale
Disturbo dell’Eccitazione Sessuale Femminile
Disturbo Maschile dell’Erezione
Disturbi dell’orgasmo
Disturbo dell’Orgasmo Femminile
Disturbo dell’Orgasmo Maschile
Eiaculazione Precoce
Disturbi da dolore sessuale
Dispareunia
Vaginismo
Attraverso la psicoterapia e l’ipnosi terapia diversamente da come si potrebbe immaginare si ottengono straordinari risultati.
1. Disturbo dell’identità di genere
Un vissuto di incongruità tra un corpo che non si riconosce e ciò che si sente di essere spinge i transessuali a cercare un cambiamento.
L’intervento chirurgico e ormonale consente loro sia di possedere un corpo che appaia e funzioni come quello desiderato, sia di essere riconosciuti dalla società come appartenenti al genere verso cui si sentono psicologicamente orientati.
Situazioni di questo tipo sono state descritte durante tutta la storia dell’umanità, con riferimento prevalente ai riti di iniziazione e/o morte e rinascita, come nel culto di Cibele e di suo figlio Attis.
J.B. Friedreich, nel 1830, fu il primo medico a fare allusione a questo tipo di problemi.
Nel 1964 si ebbe la nascita del termine transessuali per le situazioni prive di una connotazione psichiatrica. H. Benjamin (1953) fu il primo a usare il termine per indicare una sindrome che definì e classificò distinguendola da tutte le altre parafilie: il transessuale andava considerato separatamente rispetto a tutte le deviazioni sessuali in cui non vi fosse un serio tentativo di acquisire identità o comportamento del sesso opposto, come il travestitismo e l’omosessualità.
Gli elementi centrali del t. sono, in sintesi, il desiderio di trasformare il proprio corpo e la persistenza nel tempo di tale desiderio, presupponendo che questo non sia il sintomo di una malattia psichiatrica, né di un’alterazione cromosomica.
2. Fenomenologia
Le manifestazioni essenziali del t. sono un senso persistente di disagio e di contrasto nei confronti del proprio sesso anatomico, il desiderio incoercibile di sbarazzarsi dei propri genitali e vivere come una persona dell’altro sesso.
Il comportamento, l’abbigliamento e gli atteggiamenti sono, in grado variabile, quelli del sesso opposto.
L’età d’insorgenza si può collocare nella tarda adolescenza e nella prima età adulta, anche se già nell’infanzia si trovano i primi problemi d’identità.
Nel linguaggio comune con il termine transessuale ci si riferisce prevalentemente a soggetti di sesso maschile: ciò è forse dovuto alla maggiore incidenza del fenomeno e anche al fatto che culturalmente è sempre stato più facile per i maschi esprimere i disagi inerenti alla sfera della sessualità.
Inoltre, fino a poco tempo fa era chirurgicamente più facile trasformare un maschio in femmina piuttosto che il contrario.
3. Eziopatogenesi
È difficile stabilire l’origine del comportamento transessuale.
Molti autori hanno provato ad avvalorare varie ipotesi con la madre e la conseguente mancata individuazione come persona.
4. Trattamenti
La diagnosi di t. è innanzitutto un’autodiagnosi, nel senso che il transessuale dichiara di essere tale e compito del clinico è valutare la genuinità di tale affermazione, escludere la presenza di una psicopatologia grave e proporre l’intervento che ritiene più idoneo.
Modifiche della condizione sessuale a livello medico sono ottenute con terapie ormonali a base di estrogeni (nel caso di femminilizzazione) o di testosterone o di altri steroidi anabolizzanti (nel caso di mascolinizzazione), somministrati per periodi lunghi, anche anni.
Nella donna che vuole mascolinizzarsi, la costruzione chirurgica di un pene con possibilità di erezione comporta maggiori problemi tecnici, maggior numero di interventi e l’inserimento di protesi peniene gonfiabili.
In psicoterapia l’aspetto più importante è l’individuazione di una giusta valutazione che riveli anche ulteriori o probabili condizioni di psicopatologia.
Non è detto nel senso che magari l’individuo per motivi sociali o familiari attraversa uno sviluppo più difficile al termine del quale può comunque realizzarsi, come pure non riuscirci.
La legislazione in Italia in materia di rettificazione di attribuzione di sesso, a seguito di intervenute modificazioni dei caratteri sessuali del soggetto, sono state dettate dalla l. 164/1982.
La relativa domanda deve essere proposta con ricorso al tribunale del luogo di residenza il quale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza con sentenza.
Per chi sta attraversando un momento di disagio esistenziale non esiti a contattarmi per un primo incontro conoscitivo.
L’ipnosi scientifica è un metodo naturale che non ha controindicazioni.
Dopo e soltanto dopo la prima diagnosi è consigliabile per soggetti non affetti da psicosi.
In tutti gli altri casi di forte ansia, disturbi della sfera somatica e forti paure diffuse o circoscritte aiuta con efficacia a riprogrammare a livello neurofisiologico, psicologico e fisiologico la reattività spostando l’attenzione al corpo e a i pensieri dal negativo al positivo.
Bibliografia
Bolognini Stefano, Breve storia di un matrimonio gay, in" Bioetica ", n. 1 2005,p. 105-sgg.
Boswell John, Same sex unions in pre-modern Europe,Vintage books, New York 1995.
Danna Daniela, Matrimoni si o no?, " Pride", n. 77, novembre 2005.
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