Come uscire dai conflitti di coppia
- cafarellif
- 31 ago 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 30 gen 2024

Bisogna fare una breve premessa, un percorso di terapia di coppia è indicato quando il conflitto che avvertono i due membri della coppia o un singolo individuo della coppia stessa è troppo “forte” e vissuto come irrisolvibile, oppure quando il disagio esistenziale è tale da scaturire comunque da un tipo di comunicazione disfunzionale che si chiama loop, ossia le due persone si ripetono a livello verbale e di comportamenti relazionali sempre uguali sterili, tossici e negativi. E’ un percorso che può essere più o mene breve. Ovviamente ogni singola storia è diversa dalle altre. Le considerazioni seguenti vanno considerate in un ottica generale. Con il mio metodo il percorso di psicoterapia può aver una durata media di 10 incontri, si presta ad allargarsi a varie possibilità ossia si possono affrontare sia problematiche appunto della coppia, familiari ma anche ad un certo punto laddove emergessero psicopatologie pregresse, individuali, come i condizionamenti personali o comportamenti psicopatologici di uno dei due come l’abuso di alcol o altro.
Per uscire dal conflitti occorre innanzitutto capire che tipo di coppia abbiamo costruito nel tempo e cosa vogliamo progettare sempre come coppia in futuro più o meno imminente. Il punto centrale nella coppia e nella terapia come obiettivo successivamente è nella capacità dei due di assumersi responsabilità, impegni, un atteggiamento amorevole e di rispetto verso il partner e verso se stessi. Insomma il giusto equilibrio tra individuo e “noi”. Ci sono però tanti tipi di amore e di relazione per questo sottolineo che una giusta consapevolezza sul tipo di relazione costruita e attendibile è un passo preliminare importante per futuri cambiamenti.
Se due anime si conoscono e si innamorano, si incontreranno contemporaneamente due strutture egoiche
( Mauro Scardovelli), mente corpo cervello, ma queste non si palesano subito! Se la coppia costruisce un alleanza possiamo trovare che vengono coltivate forze amorevoli, costruttive e non di potere, cioè egoiche, distruttive, dominanti o squalificanti. Se l’intesa costruita dai due è solida non vacillerà rispetto ai mutamenti e agli scossoni successivi inevitabili. Figli lavoro progetti individuai famiglie e relazioni familiari allargate e cosi via si affacciano ben presto in una coppia. Sempre potrebbero intervenire energie tristi di dominio rabbia tristezza, paura, odio, ma se i due sono complici, collaudati queste saranno respinte al mittente.
Se invece quello che si è costruito è apparenza, dipendenza da uno status sociale, opportunismo si perde il controllo e avviene un passaggio dall’amore all’ostilità ,anche gradualmente. Osserveremo che nell’individuo si formano dei pregiudizi fino a veri e propri stereotipi negativi sull’altro, creando inquinanti via via più importanti fino alla rottura o alla falsa unione, come i separati in casa.
Molti non si lasciano, preferiscono evitare decisioni perche hanno paura dell’abbandono o di perdere la dipendenza da un qualcosa! Presso lo studio sito in via Merulana a Roma ho notato ormai da diversi anni su un ampia casistica che le persone preferiscono trascinarsi un forte malessere piuttosto che piano piano cambiare atteggiamento verso il coniugi e in alcuni casi verso la vita. Delle volte per stare meglio si modifica la condizione esistenziale delle persone, l’orizzonte nel quale ci muoviamo. Spesso si cerca un appartenenza a tutti i costi mentre invece il segreto è coltivare un pizzico di individualità. Il mito della coppia ideale è distruttivo. Ognuno dei due insomma si aspetta dall’altro cose che non potranno mai avverarsi e svaluta quelle che sarebbero da valorizzare. Se l’io enta nella separazione, nel conflitto il trand sarà peggiorativo.
Il narcisismo come altre personalità disturbate merita una considerazione a parte cioè avere a che fare con una personalità narcisista crea inevitabilmente una rottura o una situazione di forte violenza nella coppia a danno di una vittima. Il narcisista ha sostanzialmente un pensiero paranoico deve primeggiare, sentendosi una nullità lascia emergere un eccesso di orgoglio e grandiosità. Le fasi che egli ripete sono uguali per tutte le donne seduzione, squalifica e scarto. L’attaccamento insomma che si crea nelle relazioni rispecchia parecchio quello che ognuno di noi ha sviluppato : chì ha una base sicura probabilmente darà il meglio all’altro, chi è insicuro può tendere al dominio, alla discontinuità e così via. Però essendo due storie che si uniscono si crea una realtà alla fine solo appunto della coppia.
Come riparare al conflitto allora, se prevale nei due competizioni, non ascolto, ostilità. Alla luce di questa cornice di dinamiche psicologiche con l’aiuto di un mentore esterno di uno specialista e solo con l’aiuto di un terzo in situazioni croniche e drammatiche si può scegliere: continuiamo nel conflitto nella separazione o cerchiamo una connessione? Se i due vogliono agire e risolvere il problema che da anni li attanaglia è probabile che se non chiedono aiuto peggiori il quadro, perché molte delle esperienze vissute sono prese per vere. Lo psicologo comunque prova inizialmente a normalizzare ma senza allersi con nessuno dei due. Ciò rende diverso l’intervento. Se normalizzare non basta, dopo un’attenta valutazione delle aree più compromesse si procede con un percorso. Regola numero uno se l’altro ha una rimostranza non ci mettiamo a fare lo spadaccino con lui, regola numero due s e siamo noi i polemici magari ci facciamo un giro e non inquiniamo la relazione con discussioni infinite. Queste sono le prime due regole che la coppia può darsi per diminuire l’incompatibilità, ciò può avvenire solo se i due hanno deciso a monte di salvaguardare ciò che hanno costruito. Col terapeuta si prova imparare a comunicare senza stereotipi e senza dito puntato. Quando finalmente i due si vedono, si ascoltano a questo punto non è ancora passato il pericolo. Gli agenti esterni di tossicità e quelli interni si insinuano nuovamente in altre forme ecco che vanno riconosciuti perche talvolta vengono presi per legittimi. Solo cosi si passa alla fase di chiusura del percorso che è la più delicata ossia il risultato esperito come salvifico per la coppia per gli amici della coppia per i figli e cosi via deve essere consolidito.
Infine bisogna dire che nelle coppie che tendono ad avere un vita esclusiva di chiusura verso l’esterno bisogna applicare un piccolo tratto anche di esercizio individuale sulle emozioni. E’ complementare ma molto efficace, tutta la bioenergetica si fonda su questo principio. Ognuno di noi può rendersi pienamente consapevole di avere dei conflitti intrapsichici irrisolti che vengono somatizzati in una delle tre parti del copro principale collo, bacino gambe ( più o meno..) Quando ci liberiamo dei nostri conflitti possiamo limitarci ad attribuire a noi stessi la causa dei problemi che fino al giorno prima attribuivamo all’esterno.
Se la coppia si costituisce di due persone disturbate come fa a costruire solide radici? E più difficile. Raggiunta al fine la consapevolezza quindi in tutti i tipi di coppia di come siamo diventati coppia e cosa ci aspettiamo e dove sbagliamo, siamo allo snodo clou. Anche nella terapia individuale avviene lo stesso passaggio e cioè la persona deve decidere se darsi fiducia o meno. Soltanto allora sarà possibile un cambio di direzione , di mentalità, dal negativo al positivo.
Se la coppia deciderà di unirsi meglio, con una qualità maggiore di energie positive deve davvero fortificarsi l’uno con l’altro, si sceglieranno responsabilità non disimpegno. Per chiarezza fare andare bene una famiglia non corrisponde alla libertà che si ha da single.











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